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Non ti scordar di te riparte da poche parole: affetti, amici, famiglia
Incise simbolicamente su saponette il cui ricavato va in parte ad Airalzh, sostenendo la ricerca sull'Alzheimer
Affetti, amici, famiglia. Chi ha una persona cara malata di Alzheimer lo sa: nella sua testa anche le relazioni sbiadiscono, fino a sparire nel tempo assieme ai ricordi e alle esperienze di una vita. Dimenticarsi chi si è e perdere il legame con chi si ha attorno è ciò che accade purtroppo a chi soffre di demenze, ed è straziante perché rappresenta una perdita della propria identità.
È questo dolore e questo abbandono che, simbolicamente, ci raccontano le saponette “Non ti scordar di te”, in vendita in edizione limitata nei negozi Coop tra il 14 e il 27 settembre, in concomitanza con la giornata mondiale dell’Alzheimer, che si celebra ogni anno il 21 di questo mese. Sul dorso hanno incisa una di quelle tre parole - amici, affetti, famiglia - che svanirà e si consumerà giorno dopo giorno, man mano che il sapone viene usato, proprio come succede ai ricordi di chi è malato.
L’iniziativa fa parte della campagna Coop, attiva da anni, a sostegno dell’Associazione italiana ricerca Alzheimer (Airalzh), la onlus che promuove a livello nazionale la ricerca sulle demenze, sostenuta da Coop Alleanza 3.0 anche attraverso i punti donati dai soci nel corso della Raccolta punti 2022 e convertiti in quasi 190.000€ dalla Cooperativa.
La campagna "Non ti scordar di te" prevede anche nel corso del 2023 diversi appuntamenti, tutti finalizzati alla raccolta di fondi. Questa volta, al posto delle tradizionali piantine, Coop porta nei punti vendita per la prima volta le saponette e per ogni pezzo venduto destinerà un euro all’associazione.
Piccoli oggetti speciali che ci ricordano quanto sia importante investire nella ricerca di farmaci e terapie efficaci, che anche nell'involucro portano un messaggio di poesia e speranza. La fantasia della carta che avvolge le confezioni riprende infatti i disegni di Anna, una donna affetta da Alzheimer che per lunghi anni, nonostante la malattia, ha raccontato il suo nuovo mondo attraverso il disegno e i colori.
Sono stati i figli della signora Anna a donare ad Airalzh le decine di quaderni appartenuti a lei, perché potessero essere utilizzati in qualche maniera, ma anche studiati. Il tema sottostante a questa iniziativa è infatti l’arte come terapia, e i proventi della raccolta saranno destinati a finanziare progetti di studio per capire in che modo attività come il disegno possono stimolare le capacità cognitive residue e dare benessere alle persone malate.
Investire non solo nella ricerca di nuovi farmaci, ma anche in terapie non farmacologiche, che possono migliorare la qualità della vita dei pazienti. È uno degli obiettivi della nostra associazione, e se si guarda in questa direzione, già diversi passi avanti sono stati fatti», spiega Alessandra Mocali, presidente di Airalzh. «Quello che per noi è importante oggi, è fare uscire queste malattie dallo stigma, e far passare un messaggio ancora poco diffuso: che, se si lavora sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce, è possibile rallentare il decorso della patologia, posticiparne gli eff etti, migliorare la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie. Ci sono molti strumenti, ma non tutti li conoscono e li usano. Lo studio di nuove cure farmacologiche ha tempi lunghi quando parliamo di patologie come queste, ma nel frattempo possiamo fare molto per i nostri malati».
Anna, a suo modo, è un esempio di come il sollievo possa arrivare anche da gesti apparentemente banali. Per quasi vent’anni, dai 73 ai 93, lei che non aveva mai preso in mano una matita, ha raccontato il suo
mondo con carta e colori, rifugiandosi nell’arte e trovando un senso di pace e appagamento. La malattia aveva fatto nascere una persona nuova, sconosciuta ai suoi cari, ma allegra, affettuosa e creativa, e anche se la sua famiglia ha perso un punto di riferimento, con la nuova Anna ha trovato qualcos’altro.