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Donne nell’atelier del Novecento
Sfida tra la padovana Dolores Grigolon e la barese Franca Maranò
Dall’8 maggio al 7 giugno sono aperte le votazioni della terza e ultima tappa dell’edizione 2023 di Opera tua, speciale “Close the gap”, dedicata all’arte al femminile nei secoli: un'iniziativa realizzata in collaborazione con Fondaco Italia e Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, con il patrocinio di Touring Club Italia.
Questo mese la scelta è tra due opere d'arte contemporanea del XX secolo: “Natura morta” della padovana Dolores Grigolon, datata ante 1951, e “Cantastorie - La storia”, 1982, della barese Franca Maranò.
“Natura morta”, che fu esposta alla IX Biennale d'Arte Triveneta di Padova nel 1951 e si trova oggi nei Musei Civici della stessa città, è eseguita a olio su cartone e rappresenta il tavolo di lavoro di un pittore. L’autrice, vissuta tra il 1905 e il 1987, fu esponente di spicco della vita e della cultura padovana sia come artista, sia per la sua attività civile e sociale. Dimostrando fin da bambina una chiara vocazione per la pittura, grazie all'appoggio familiare poté studiare all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove fu allieva di Alessandro Milesi, importante pittore dell'arte italiana fra Otto e Novecento. Dal 1938 insegnò Disegno e Storia dell’arte nel liceo scientifico di Este: durante la guerra si arruolò come infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana.
“Cantastorie – La storia” è un’opera del 1982, attualmente conservata nella collezione della Città metropolitana di Bari. È realizzata in tecnica mista in olio su cartone con il ricorso all’ago, al filo e alla tela, definita dall’autrice, Franca Maranò, come necessaria «per un sentito bisogno di una libertà creativa tesa a recuperare signifi cati che apparivano perduti». Le serie degli “Abiti mentali” e dei “Cuciti” sono senza dubbio, come scrive Pietro Marino, giornalista e critico d'arte barese, «una tappa miliare» nella storia delle neoavanguardie in Puglia. Franca Maranò, personalità multiforme di pittrice, scultrice, poetessa e ceramista, è stata la pioniera dell'arte al femminile nella Puglia del secondo Novecento. Alla produzione di dipinti e ceramiche, dagli anni settanta si affiancano la serie dei “Cuciti”, sostituendo il colore con il filo, il pennello con l'ago e il ciclo degli "Abiti mentali", realizzazioni polimateriche con tele medievali.