Opera tua: il racconto della Grande Bellezza

Un anno di restauro dei tesori artistici nascosti del territorio della Cooperativa

Cultura territori 20 ottobre 2021

L'Italia è piena di tesori nascosti, a volte poco valorizzati: sono grandi e piccole opere d’arte un po' dimenticate, che si portano dietro i segni del tempo e che Coop Alleanza 3.0 ha deciso di restituire in tutto il loro splendore alla comunità.

Per dare concretezza a questo “sogno” la Cooperativa ha creato Opera tua, un progetto che, con il sostegno dei soci e delle comunità, mira a dar vita a un "museo diffuso" sul territorio, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia. Si è appena conclusa l'edizione 2021, ma Opera tua è un percorso di lavoro costante, minuzioso e certosino che nemmeno nel periodo di emergenza sanitaria si è fermato, e che ora che la sicurezza della salute di tutti va pian piano a ristabilirsi, rende ancora più bello tornare a visitare le nostre città, emozionandoci per la loro Grande Bellezza nascosta tornata a splendere.

Sono dieci le opere che hanno quest'anno ultimato il loro viaggio verso una nuova vita. A Ferrara la restauratrice Sonia Radicchi è stata incaricata dell'intervento sul dipinto “Sacra Famiglia” del Museo della Cattedrale, opera di Giuseppe Cesari detto Cavalier d'Arpino, il pittore che fu maestro di celebri artisti come Guido Reni ed il Caravaggio. Si tratta di un olio su tela del 17esimo secolo il cui restauro è stato appena ultimato. L’opera è stata sottoposta a interventi di pulitura e all’eliminazione delle precedenti stuccature, sia sull’opera che sulla cornice. Il quadro necessitava anche di un trattamento anti-muffe e di un’elaborata procedura per eliminare le deformazioni della tela per ritrovarne la planarità. Dopo questi interventi e l’omogeneizzazione della cromatura dei colori è stata anche effettuata l’applicazione di un protettivo neutro e si è agito sul consolidamento della struttura.

È stato completato anche il restauro a Matera della “Madonna con bambino e santi”, dipinto della Chiesa di San Giovanni Battista, opera dell’artista Vito Antonio Conversi, considerato il più alto rappresentante del barocco defilato materano. L’intervento, effettuato da Pino Schiavone della Etruria Restauri, è partito dall’asporto dell’opera dal suo alloggiamento, per proseguire poi con il rilievo fotografico a luce infrarossa per la localizzazione delle zone maggiormente degradate della tavola. Dopo queste indagini per accertare lo stato del dipinto, le operazioni si sono concentrate sul consolidamento, grazie alla creazione di una nuova foderatura e un nuovo telaio e sulla pulizia. Successivamente, con l’intervento pittorico è stata resa omogenea la cromatura dei colori ed è stato poi applicato un protettivo neutro.

Un’altra azione conclusa è quella che a Trieste ha portato un vecchio fortepiano del 18esimo secolo a suonare di nuovo. Lo strumento è conservato nel Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”: si tratta di un fortepiano portatile in mogano con intarsi firmato Gabriel Buntebart et Sievers Londini fecerunt 1786/Princes Street Hannover Square, e presenta un’estensione della tastiera da DO 1 a FA 4, con meccanica inglese a pilota semplice. L’obiettivo del restauro era di recuperare il più possibile tutte le parti funzionanti originali e di ricostruire fedelmente, secondo il modello originale, tutte le parti mancanti. Nel laboratorio di Perugia di Urbano Petroselli, dove è stato effettuato il restauro, è stata pulita la tastiera, è stato verificato il funzionamento di ogni tasto e sono stati effettuati interventi di rinserramento, sostituiti i feltri e bilanciati tutti i tasti. Sul mobile sono state rinforzate le parti cedenti, rifatte quelle mancanti, sia strutturali che estetiche. Infine è stata effettuata una leggera carteggiatura e la lucidatura a gomma lacca.

La dottoressa Federica Marini Recchia di Roma ha portato a conclusione invece il restauro della stele funeraria di fine I secolo a.C. del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo Villa Frigerj di Chieti. Si tratta di una stele a pseudoedicola, ritrovata vicino a Quadri, che raffigura la defunta in posizione frontale. Dopo un'analisi dello stato di salute della pietra calcarea i lavori si sono concentrati su azioni di pulitura ad acqua e ad aria, nonché con degli impacchi con carbonato. Una volta terminati sono iniziate le operazioni di stuccature e riempimenti per arginare l'aspetto consunto delle superfici. Alla fine del processo è stato fatto un trattamento antiruggine ed è stato applicato un protettivo alla stele per permettere una sua conservazione nel tempo.

Terminato anche in Sicilia il restauro dei motivi decorativi in marmo della Chiesa rupestre di Sant'Antonio da Padova sotto la supervisione della dottoressa Fedra Sciacca, specializzata presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L’obiettivo era il recupero delle tarsie marmoree settecentesche che ornano l’arco trionfale del sacello rupestre del promontorio milazzese, uno dei “luoghi dell’anima” più belli della provincia di Messina. L’intervento ha previsto il rilievo fotografico per la localizzazione delle zone maggiormente degradate. Si è proceduto quindi al consolidamento e alla pulizia dei depositi di sporcizia, nerofumo e ossidazioni, e all’eliminazione delle tracce diffuse di umidità per capillarità ed efflorescenze saline. Successivamente, con l’intervento pittorico si è resa omogenea la cromatura dei colori ed è stato applicato un protettivo neutro.

Anche a Bari l’opera di restauro de “L'annunciazione dell'amore” di Filippo Cifariello è agli ultimi ritocchi prima della restituzione alla cittadinanza. Le attività di recupero del gruppo scultoreo per fontana, presentato alla Biennale di Venezia del 1899, sono affidate al restauratore Cosimo Cilli. L'opulento nudo femminile è un ritratto di Maria Brown, prima moglie dell'artista: dopo la rimozione delle stuccature effettuate nel corso del tempo e nel ripristino delle parti usurate, è stato effettuato il ricollocamento della parti mancanti rifatte, il ritocco pittorico e la lucidatura in grado di garantire la longevità dell'intero intervento.

Non solo opere pittoriche o scultoree meritano attenzione e conservazione: a Mantova, infatti, è stato completato con successo il recupero di alcuni complementi di tessuti francesi con più di due secoli di storia per il letto di Beatrice d'Este, moglie dell'imperatore Ferdinando d'Austria. Oggetto dell’intervento è stata parte dei tessuti che compongono il letto dell’Appartamento dell’Imperatrice di Palazzo Ducale, nello specifico il tessuto che collegava la struttura a baldacchino del letto con il cielino sovrapposto. Si tratta di circa 16mq di stoffe varie, tra sete e velluti, inclusivi di mantovana. I lavori sono stati fatti a Verona, dove dopo aver trasportato e ispezionato le stoffe per rilevarne punti critici, le lacerazioni, i tagli, i cedimenti e le passamanerie smontate, sono iniziati le operazioni di recupero a cura di Ilaria Mensi. Le attività hanno previsto la pulitura delle trine, la pulitura e il consolidamento della mantovana e del raso del baldacchino, la pulitura e il consolidamento a colla d'amido degli elementi decorativi in legno e tessuto serico, e il ripristino della sequenza decorativa delle nappe.

A Feltre, in provincia di Belluno, sono terminati i lavori di restauro di “Crepuscolo”, un dipinto olio su tela conservato al Museo Civico della città. Il recupero del quadro di Carlo Prada, artista che si distinse per una luminosa trasparenza di colori e per la rappresentazione di paesaggi e ritratti, è stato affidato alla restauratrice Mariangela Mattia. L’opera è stata spostata dall’alloggiamento originario per permetterne il rilievo fotografico a luce infrarossa che ha messo in luce la localizzazione delle zone maggiormente degradate della tavola. Si sono succedute poi le operazioni di pulizia del dipinto e consolidamento delle piccole scaglie di colore sollevate con colletta di coniglio. Le zone perimetrali sono state rinforzate con tessuto di lino applicato sottovuoto. Il recto del dipinto è stato pulito dagli strati di polvere e gli strati di vernice alterata e ossidata sono stati asportati. È stata infine data una verniciatura protettiva.

Completato anche il lavoro di restauro del “Camerino della Vittoria”, l’opera pittorica decorativa dei soffitti per mano del plasticatore urbinate Federico Brandani da Giuseppe Baviera, colto umanista e letterato del XVI secolo. La ditta di restauro è stata Alchemy di Fermo: dopo le fasi di spolveratura, lavaggio, consolidamento delle parti in stucco staccate, incollaggio e consolidamento della volta, sono stati compiuti gli interventi pittorici con cui si è resa omogenea la cromatura dei colori ed è stato applicato un protettivo neutro.

La dottoressa Rossella Calanca è a capo dei lavori di restauro della “Madonna adorante”, attualmente arrivati anch’essi a metà dell’iter programmato. La scultura di Gianfranco Gagliardelli, in terracotta policroma e dorata, raffigura una Madonna in contemplazione del Bambino Gesù, con le mani giunte e lo sguardo assorto. L’opera, intitolata alla protettrice di Bisenti, è oggetto di grande devozione popolare. Dopo un'analisi dell'opera nel suo complesso che ha rilevato un forte deterioramento, i lavori si sono concentrati su un'approfondita pulitura, che ha fatto emergere la colorazione originale sottostante così come la migliore definizione delle mani ricoperte nel tempo da strati di stucco e pittura. Le operazioni sono avanzate con una stuccatura delle fessurazioni e il ritocco pittorico. Per completare il recupero manca solo la lucidatura completa e il trattamento anti-tarme della base lignea che servirà a scongiurare il suo deterioramento nel tempo.

A breve incominceranno anche i restauri delle opere che hanno vinto le tappe dell'edizione 2021 di Opera tua: continua a seguirci e rimani aggiornato su questo sito!

 

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