E!STATE LIBERI!

I campi di impegno e formazione di Libera

In campo per la legalità

Un’esperienza di cittadinanza attiva e la possibilità di impegnarsi a favore della legalità: è l’opportunità che offriamo grazie all’iniziativa E!State Liberi!, che fa parte del progetto Coop Youth ExperienceUn invito ai giovani tra i 18 e i 30 anni a partecipare ai campi di impegno e formazione di Libera nei terreni confiscate alle mafie, dove hanno anche l’opportunità di prendere parte a incontri e visite formative per vivere concretamente i valori della legalità e della giustizia sociale

 


Portavoci di legalità e senso civico

Obiettivo principale della partecipazione al campo di E!State Liberi! è quello di vivere e farsi portavoce di una cultura fondata sulla legalità e sul senso civico, che si opponga con forza alla cultura dell’illegalità, della violenza, del ricatto, per diffondere una realtà sociale ed economica fondata sulle buone pratiche di cittadinanza attiva e solidarietà. Il campo nasce infatti per promuovere le esperienze virtuose di cooperative e associazioni che lavorano insieme a Libera sul territorio, per realizzare una progettazione condivisa, per supportare attivamente l'avvio delle attività sul bene confiscato e per dar nuovo impulso ad idee di cittadinanza attiva e responsabile

4 campi, 4 esperienze di cooperazione

Nel 2025 i campi si sono svolti presso 4 Cooperative in Calabria, Sicilia e Piemonte, per un totale di 75 partecipanti:

  • 21 - 27 luglio: San Giuseppe Jato (Pa) - Cooperativa Placido Rizzotto
  • 21 - 27 luglio: San Sebastiano da Po (To) - Cascina Caccia
  • 28 luglio - 3 agosto: Belpasso (Ct) - Cooperativa Beppe Montana
  • 28 luglio - 3 agosto: Polistena (Rc) - Cooperativa Valle del Marro

La partecipazione ai campi era gratuita per i giovani tra i 18 e i 30 anni che, dopo essersi candidati dal 21 marzo al 30 aprile sul portale Coop Partecipiamo, sono stati coinvolti a maggio nei colloqui motivazionali a cura di Coop e dei comitati regionali di Libera.

La giornata tipo

Una cooperativa che produce uva, cereali e legumi tra vitigni e suggestivi scenari dell'Alto Belice corleonese, le distese di ulivi secolari della Piana di Gioia Tauro e ancora un grande casolare rurale a Belpasso in privincia di Catania o la sommità di una collina torinese dove si coltivano zafferano, nocciole e miele: sono gli scenari in cui si sono svolti nel 2025 i campi di E!State Liberi!. Le giornate al campo erano suddivise in tre momenti, con attività diversificate: il lavoro agricolo o di riqualificazione del bene confiscato, la formazione sui temi della legalità e della lotta alla mafia e la scoperta del territorio. La mattina era dedicata ai lavori di sistemazione dei terreni e nel pomeriggio, invece, si alternavano momenti di formazione sui temi scelti: la memoria delle vittime innocenti delle mafie, la ricostruzione del contesto locale attraverso attività laboratoriali, il caporalato e il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Infine, in programma testimonianze che hanno donato più valore alla scoperta del territorio, quali incontri con le associazioni locali, coi gestori dei beni confiscati dislocati sui territori e con i familiari delle vittime.

L'ESPERIENZA NELLE DIVERSE EDIZIONI DEI CAMPI ATTRAVERSO LE PAROLE DEI RAGAZZI

"Non sono i luoghi a determinare la storia, ma la volontà dalle persone che li abitano"

Alessia, 27 anni, educatrice e pedagogista

Libera è un’associazione che ha fatto capolino in molti momenti della mia vita. Poi, quest’estate, ho avuto la possibilità di far parte di E!state Liberi! e di conoscere vite e persone, passate e presenti, che hanno fatto parte della storia della Sicilia. Dal giovane Giuseppe Di Matteo, la cui presenza viva si esprime dal suono del vento frusciante nel Giardino della Memoria, a Serafino Petta, il cui racconto vivido e puntuale sulla strage di Portella della Ginestra mi ha permesso di comprendere l’importanza del ricordo e della testimonianza attiva; a Francesco Citarda, Paolo Calcara, Lucia e Salvatore, volontari SPI CGIL, e Domenico Fiore che mi hanno accolta insieme al gruppo di campisti, ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia, facendoci conoscere la realtà più vera e viva delle cooperative Placido Rizzotto e Pio La Torre. Perché è bene ricordare che “l’umanità non può rassegnarsi” (Dino Paternostro, Responsabile memoria CGIL Palermo. 22 Luglio 2025)

Luca Bisi, 24 anni, blogger

A San Giuseppe Jato ho potuto immergermi in luoghi che un tempo erano roccaforti mafiose trasformate in spazi dove oggi la legalità crea valore per tutti. Durante il lavoro nei vigneti ho incontrato persone che, con la loro coerenza e passione, portano avanti ogni giorno un’alternativa concreta alla mafia. Toccare con mano questi cambiamenti dà una consapevolezza nuova: non sono i luoghi a determinare la storia, ma la volontà dalle persone che li abitano. Un campo di Libera è come un seme che continua a crescere, e invito tutti coloro che hanno curiosità a sperimentarlo.

Noemi Pollonara, 30 anni, libera professionista

Dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci” (Rita Atria). Questa è la frase che mi risuona in mente mentre raccolgo peperoncini in un campo confiscato alla mafia in provincia di Reggio Calabria. E questo è il motivo principale che mi ha spinto a partecipare per la terza volta al campo E!state Liberi!: aprire gli occhi sui comportamenti mafiosi e di illegalità che mi circondano e fare anche solo un piccolissimo passo per cambiare le cose.

Sofia Messina, 25 anni, studentessa universitaria

Sui muri di Belpasso c’è scritto “ti voglio bene” in stampatello, ribadito in ogni via, così che tu possa ricordarlo sempre, anche quando te ne vai. Sui muri del bene confiscato Beppe Montana è scritta una storia di impegno quotidiano piena di “nonostante”: nonostante gli incendi, nonostante i furti, nonostante le difficoltà che una cooperativa agricola che opera in terreni confiscati alla mafia - con poche risorse economiche ma imprescindibili valori di legalità e giustizia sociale - possa incontrare nel suo percorso. Un percorso condiviso, che si apre alla collettività e insegna e accoglie, infine dona, restituisce, per permetterti di tornare a casa e scrivere “TI VOGLIO BENE” anche sul muro della tua città, del tuo paese, della tua casa, che viene deturpata dall’avidità mafiosa che saccheggia e distrugge vite e territori. Ringrazio i miei compagni di esperienza, con cui ho condiviso picconate instancabili alle 6 del mattino, confronti importanti e necessari, e tantissime risate che hanno costruito un affetto che non dimentico. Ringrazio i responsabili del campo per averci mostrato la fatica dello spendersi per l’altro, un passo alla volta, nell’attesa che il sole restituisca arance rosse.

Martina, 23 anni, studentessa e consigliera di Zona Coop Alleanza 3.0

La mia esperienza nel campo di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, è stata indimenticabile, piena di formazione, amicizia, sforzo e impegno. Prima di questa opportunità sapevo quel poco di mafia detto in tv, a scuola e in casa, grazie a Don Ciotti, conosciuto con piacere durante la permanenza, testimonianze di persone sotto scorta da una vita e di famigliari di vittime innocenti, sono tornata con la voglia di agire, di fare qualcosa per il futuro per migliorare il nostro Paese. Lo consiglio a tutti i giovani a cui viene ormai da anni negata la conoscenza della realtá sulla criminalità organizzata perchè è un’esperienza che ti forma e ti arricchisce e ti da la voglia di fare la differenza.

Graziana, 28 anni, insegnante

Un campo di Libera è un'esperienza che ti rimane nel cuore. A Isola Capo Rizzuto le giornate sono trascorse velocissime fra le sveglie a suon di balli di gruppo, i lavori all'orto sociale, la formazione sulla 'ndrangheta, i momenti di condivisione, i bagni all'alba, le serate in compagnia. Le testimonianze di Carolina Girasole e del papà di Dodò, a cui la 'ndrangheta ha cambiato dall'oggi al domani la vita, mi hanno fatto comprendere di quanti danni questo fenomeno mafioso è causa. Porterò sempre in mente la riflessione di Don Francesco, parroco di Isola Capo Rizzuto: il fenomeno mafioso inizia dai piccoli gesti come saltare la fila, chiedere un "favore" ad un conoscente fino ad evolversi a fenomeni sociali molto più complessi ed articolati, come la 'ndrangheta. La lotta alle mafie inizia da noi, inizia da me. Da domani mi impegnerò a rendere Libera la mia Terra!

Veronica, 19 anni, studentessa

A scuola spesso i professori nominavano "le mafie", tuttavia rimaneva sempre un argomento "misterioso", come avvolto da una nube: mai approfondito. Quando ho letto questo progetto ho subito pensato che potesse essere un'occasione unica proprio per comprendere di più di questo fenomeno per quanto, alla fine della settimana, posso dire che lo rifarei altre cento volte. Le attività spaziavano da azioni concrete sui territori confiscati e a contatto con la natura, a visite culturali e incontri con persone le quali hanno avuto esperienza diretta con la mafia. Non mancavano, però, momenti liberi e di svago (al limpido mare di Isola Capo Rizzuto: più trasparente di una piscina!). Spero di poter partecipare presto a un altro campo! Quello che posso dire è... grazie!

Elisa, 31 anni, accompagnatrice di Coop Alleanza 3.0

Il campo è stato luogo di partecipazione civica e protagonismo. Un’esperienza di cittadinanza che può fare la differenza, perché capace di fornire strumenti e coinvolgere i partecipanti in un “clima di democrazia” che si tocca con mano. I valori di giustizia e uguaglianza sono così meno astratti e diventa possibile immaginarli nel concreto delle nostre quotidianità e – nel nostro piccolo – dargli vita. Una spinta a mettersi in gioco e a osservare la realtà con occhio critico e mente aperta, creando le condizioni per poter comprendere meglio il contesto in cui viviamo e divenire attori capaci di fare la differenza, insieme.

Pietro, 31 anni, volontario del presidio Libera Crotone

Il valore della condivisione in un bene confiscato ha un sapore in più: sa di fiducia, speranza e nuovi propositi. Fiducia tra i compagni di viaggio che a volte si può trasformare in amicizia. Speranza per un presente migliore in grado di proiettarci in un futuro più credibile. Nuovi propositi quando si torna a casa, rimboccarsi le maniche e fare la nostra parte. A Isola Capo Rizzuto esiste un luogo dove la giustizia sociale vince contro il crimine organizzato. La "gramigna d'onore" è stata estirpata, lasciando spazio a giovani promesse che da ogni parte d'Italia si ritrovano in quei terreni per dare continuità al cambiamento. Infatti, il cambiamento di una società inizia cambiando noi stessi, le nostre abitudini, le nostre convinzioni donando spazio a scelte più responsabili e sostenibili.

Claudia, 28 anni, insegnante

Sono nata e cresciuta a Vibo Valentia, cittadina calabrese che sorge sulla cosa tirrenica. Per quanto io abbia avuto la fortuna di nascere in un contesto familiare ben estraneo alla 'ndrangheta, la verità è che, anche se non vuoi, con questo brutto mostro prima o poi ti ci scontri: tra i banchi di scuola, nelle strade della città, al tabacchino sotto casa. E al contempo succede che non ne parli per anni, ti trasferisci al nord per l'università e tanti vuoti rimangono dentro di te, per qualcosa che non hai mai capito fino in fondo. Grazie a Umberto, Raffaella e Terre Joniche, perché è solo grazie a loro che, dopo 10 anni, sono riuscita a percorrere i primi passi per riempire questi vuoti, ricordandomi che la Calabria è anche molto altro! Ai ragazzi che in futuro volessero fare la mia stessa esperienza auguro di viverla con gioia e spontaneità, perché è grazie alla diversità e allo scambio reciproco che tutto ciò trova un senso!

Elisa, 21 anni, studentessa

Il campo di Libera è stato uno spartiacque per me, un'esperienza che mi ha aperto gli occhi e arricchito in maniera eccezionale. Mi porto dentro il lavoro nell'orto sociale, le testimonianze, la forza e la dedizione di tutte le persone coinvolte in Libera, i momenti di condivisione tra noi campisti. In particolare, vorrei ringraziare proprio i miei compagni di campo: l'aver conosciuto ragazzi sensibili, solari e volenterosi di impegnarsi nel sociale ha suscitato in me lo stesso desiderio, cosicché anche io adesso inizio a mettermi in gioco e impegnarmi per aiutare a migliorare il mondo in cui viviamo.

Alessandro, 22 anni, studente

Ho iniziato questo viaggio con molti dubbi e perplessità perché al nord non si parla molto di questo fenomeno, ma grazie a questo campo sono riuscito ad avere più informazioni rispetto a quello che ci hanno raccontato sui banchi di scuola e i temi che trattano tra noi giovani oggigiorno. Libera per me è stata una piacevole scoperta! Un’esperienza che ti fa vivere davvero questo fenomeno e ti aiuta a conoscere molto persone da tutta Italia con cui ti puoi confrontare e fare dibattiti su molti argomenti, lavorare come una squadra e creare una seconda famiglia. Perciò ringrazio Libera e Coop per l’opportunità, i miei compagni di viaggio che oramai chiamo fratelli e sorelle di questa grande, ma un grazie particolare va a me stesso per essermi messo in gioco nonostante i tanti km che separano la Calabria dal Piemonte.

Aurora, 26 anni, studentessa

Con la Cooperativa Sociale Terre Joniche ho trovato non solo un luogo del cuore, ma ho capito anche che la mafia oggi è un fenomeno subdolo, pervasivo, che si nutre del silenzio, della complicità e della paura. Anche solo parlandone si può contribuire a indebolirne la forza.

Veronica, 23 anni, studentessa

Raccontare di come un gruppo di ragazzi ha deciso di andare a studiare fuori dalla Calabria per poi tornare ed aiutare la propria terra è facile, ma non è facile la vita che questi ragazzi, ormai uomini, conducono tutti i giorni per cercare di far germogliare i loro ideali in una terra avvelenata dalla mafia. È facile anche raccontare di come una madre abbia perso il figlio il cui unico “peccato” è stato dire di no al pizzo, ma il dolore dilaniante negli occhi di questa donna, che mascherava col sorriso, quello non lo posso raccontare e non si può neanche immaginare. È stata un’esperienza che per essere realmente capita va vissuta, perché ci si trova a fare i conti con una realtà che troppo spesso fingiamo non esista.

Ilaria, 29 anni, insegnante

Mi porto dietro un bagaglio molto più ingombrante di quello che avevo quando sono partita, molte più domande di quelle che avevo quando sono arrivata a Polistena, il ricordo degli occhi delle persone che hanno deciso di restare nella loro terra per portare il cambiamento. Ci si ritrova spesso a parlare di argomenti quali mafie, sfruttamento, disuguaglianze e necessità di impegno ma raramente ci si immerge in ciò che questi rappresentano nella realtà. La ricchezza immateriale che viene da questo viaggio è immensa. Mi ricorderò sempre di quando, al temine di una lunga giornata, colpiti dai racconti dolorosi e dal degrado che purtroppo avevamo visto in tanti luoghi, la Calabria ci ha salutati con un tramonto quasi irreale, ammantando di rosso la veduta delle Eolie. Ci siamo goduti questo spettacolo dal balcone del nostro palazzo, strappato anni prima dalle mani della 'ndrangheta; un po' una metafora di come le persone straordinarie che abbiamo conosciuto, stanno strappando, pezzetto dopo pezzetto, la loro terra a chi l'ha maltrattata per tanto tempo.

Carlotta, 32 anni, assistente di reparto Coop Alleanza 3.0

Un'ora di ritardo del treno per il ritorno, forse a volerci trattenere ancora un po' in questa avventura. Poi togli il primo piede dalla terra che ti ha ospitato una settimana e realizzi che tutto è finito. Che fatica disfare la mia valigia al ritorno dal campo, è carica di emozioni, sorrisi, condivisione, gioia, sentimenti. Ci sono gli occhi, i sorrisi, il sudore, le lacrime dei tuoi compagni, la voglia di farcela insieme, la condivisione, il rispetto, il sacrificio. Ho avuto una grande squadra.

Estefania, 38 anni, impiegata

Appena ho visto il bando del campo di Libera, dopo due anni di sospensione per il Covid, non ci ho pensato due volte e ho deciso di mandare la domanda di partecipazione. Ho deciso di partire per questa avventura, dato che non ho mai partecipato alle iniziative di Libera, e lo rifarei ancora. Sono rimasta molto toccata dalle parole di Angelo, presidente della cooperativa “Semi di Vita” che ci ha accolti, il quale con dedizione e con i valori sociali, il diritto al lavoro e il rispetto dell’eguaglianza porta avanti il progetto di riutilizzo sociale dei terreni confiscati realizzando l’orto urbano. Raccogliere i pomodori con cui abbiamo realizzato la passata ci ha riportato alla semplicità e ricordato il duro lavoro della terra.

Anna, 26 anni, referente del presidio di Libera Valenzano

Libera in questi anni mi ha dato l'opportunità di mettermi in gioco e di rendere concreto, nel mio piccolo, l'impegno per la legalità e la giustizia sociale. Il campo E!state Liberi di quest'anno è stata la prima vera esperienza di campo, che mi ha permesso di crescere e, con l'aiuto di tutte le realtà associative che collaborano con il presidio, rilanciare un territorio come quello di Valenzano che, con la sua recente storia travagliata e le decine di beni confiscati alla mafia, necessita di un riscatto sociale. Con i ragazzi e le ragazze del campo abbiamo preso parte al meraviglioso progetto di agricoltura sociale della cooperativa Semi di Vita, coltivando, nel cuore della nostra terra, la dignità delle persone e così facendo gettando i semi di un futuro migliore.

Francesca, 30 anni, accompagnatrice Coop Alleanza 3.0

Il campo di Libera è stato una boccata d’aria che ha sospeso le routine del quotidiano permettendoci di approfondire tematiche legate ai valori cooperativi e sociali e di conoscere un contesto differente, spesso non noto. È indescrivibile la sintonia che si è creata tra noi, campisti da tutta Italia partiti da sconosciuti e rientrati a casa con la consapevolezza aver creato legami solidi. Le parole dette gli ultimi giorni nel momento del confronto sono state davvero toccanti e sentirsi utili per la comunità ci ha arricchito. Dovremmo fare tutti un’esperienza simile! Grazie Coop Alleanza 3.0 e grazie Libera.

Silvia, 27 anni, impiegata amministrativa

Il campo di E!state Liberi! mi ha permesso di conoscere una rete di persone che amano il proprio territorio e che attraverso idee ed azioni agiscono in campo sociale, culturale, artistico, ricreativo. Le attività del campo si sono svolte in beni confiscati alla criminalità organizzata e restituiti alla collettività. Mi ha colpito ascoltare la voce di chi gestisce questi beni con passione e sacrificio, di chi tiene viva la memoria delle vittime innocenti delle mafie, di chi difende i diritti dei più deboli. Storie di coraggio, di resistenza, che ci invitano a non voltarci dall'altra parte e ad impegnarci per costruire un futuro migliore. È tempo dunque di agire, e di agire insieme!

Claudia, 23 anni, studentessa e referente del presidio Libera di Corato

Grazie a chi mi ha regalato un movimento". Così recita una canzone di Niccolò Fabi. In effetti, quando sono tornata a casa, ho percepito un movimento, ho avvertito uno spostamento interno, che già era iniziato durante il campo. Io ho svolto il campo, anche perché tirocinante universitaria, oltre ad essere impegnata in Libera come referente di un presidio comunale di Corato. L'aspetto più interessante è stato dimenticare la motivazione per cui fossi lì e abbandonarmi all'esperienza della condivisione con gli altri.

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