Il progetto
A Gorizia dal 25 al 28 maggio torna il Festival Internazionale della Storia, la manifestazione organizzata dall’Associazione culturale èStoria e sostenuto da Coop Alleanza 3.0: alternerà incontri, che mettono a confronto le voci più autorevoli che animano la ricerca e il dibattito storico-culturale internazionale, presentazioni di libri, spettacoli, mostre, proiezioni e racconti di testimonianze.
Il tema di quest'anno sarà "Donne", declinato come di consueto con un approccio storiografico ma anche interdisciplinare, capace di intrecciare attraverso una rigorosa prospettiva storica affidata alle voci più autorevoli del panorama storico e culturale letteratura, cinema, musica, arte, antropologia, psicologia, filosofia, economia e altre materie, e di approfondire aspetti diversi relativi alla storia sociale, economica, di genere, della cultura, militare, solo per citare alcuni dei settori di studio presi in esame durante il Festival.
Nel programma non mancherà, come è consuetudine, la sezione La Storia in Testa, dedicata alle novità editoriali e agli anniversari, la sezione èStoriaFVG, con il coinvolgimento di associazioni ed enti provenienti da tutta la regione, e la terza edizione della manifestazione parallela dedicata al cinema inaugurata a settembre 2021, èStoria Film Festival. Verrà infine riproposta la programmazione di èStoriabus, con itinerari storico turistici espressamente pensati e guidati da storici a bordo del pullman, nell’ottica di valorizzazione della vocazione di turismo culturale di carattere storico che Gorizia e il suo territorio esprimono.
Più info sul programma su www.estoriafestival.it
Le passate edizioni
Il tema scelto per questa edizione è stato"Fascismi", perché nel 2022 sono trascorsi cent’anni da quando il fascismo si è affermato in Italia. Molto è stato documentato, scritto, filmato, elaborato riguardo al fenomeno e molti sono gli interrogativi ancora aperti. Il fascismo non è morto nel ‘45, al contrario, la sua visione del mondo e la sua psicologia, precedono la forma storica assunta nel ventennio e sono (malauguratamente) più longeve della dittatura mussoliniana. È la tesi che Umberto Eco sostiene nei quattordicpunti dell’articolo uscito sulla “New York Review of Books”, il 22 Giugno 1995.
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