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La carta assorbente che fa bene all’ambiente grazie alle foreste certificate Fsc

Scopri il mondo green che c’è in ogni strappo

Ambiente Prodotto Consumo 04 giugno 2019

Durante un seminario di meteorologia, nel 1979 Edward Norton Lorenz parlò per primo di “effetto farfalla”: il fisico e meteorologo si era reso conto che il semplice, e all’apparenza insignificante, battito d’ali di un esile lepidottero bastava a dar vita a una concatenazione di eventi in grado di provocare effetti meteorologici di vasta portata.

“il semplice battito d’ala di una farfalla in Brasile
può scatenare un tornado in Texas”

Cosa hanno in comune un’oscura teoria matematica con degli ordinari rotoli asciugatutto? Per scoprirlo vogliamo raccontarvi una storia, che parte da un supermercato, viaggia nel verde delle foreste e si conclude a casa, nella cucina di ciascuno di noi.

Partiamo dal principio, da quel lontano 1907, anno nel quale compaiono sul mercato i primi modelli di asciugamani di carta usa e getta, fabbricati dalla statunitense Scott Paper Company e ideati per sostituire quelli tradizionali di tessuto, con l’obiettivo di contenere la diffusione del contagio da raffreddore e altre malattie. L’idea è brillante e la realizzazione relativamente semplice: i nuovi prodotti sono infatti composti da due semplici ingredienti, acqua e polpa di cellulosa derivante dagli alberi.

Qualche anno più tardi, nel pieno della Grande Depressione, apre a New York il “King Kullen Grocery Company”, una drogheria innovativa con i prodotti prezzati, sistemati su scaffali divisi per reparto, dove i clienti si servono da soli per poi pagare comodamente in cassa: è nato il primo supermercato della storia. Un secolo dopo, nella sola Italia, esistono quasi 26.000 punti vendita, di diverse grandezze, dove tutte le famiglie si riforniscono di articoli di diversi generi, fra cui anche i nostri rotoloni asciugatutto

Non è difficile immaginare quale possa essere la quantità di materie prime necessarie per la produzione odierna di tutti gli strappi di carta assorbente monouso. È però facile ipotizzarne le conseguenze dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente.

Usciamo ora dalla città e dai suoi negozi e portiamo questa storia verso le foreste, perché è lì che si trova la materia prima dei nostri rotoli asciugatutto, ma non solo: cosa rappresentano le distese di abeti, conifere, querce e molte altre specie vegetali per l’uomo?

Nell’ultimo anno i medici scozzesi delle isole Shetland sono usciti dai confini della medicina tradizionale lanciando le “Nature Prescriptions”: ai loro increduli pazienti hanno iniziato infatti a prescrivere nelle ricette camminate nella natura e birdwatching.

Contemporaneamente, in Italia, tra le valli alpine del Veneto e del Trentino-Alto Adige, alcune strutture alberghiere e centri benessere stanno lanciando una nuova prassi terapeutica chiamata “Forest bathing”, letteralmente “bagni nella foresta”. Ispirata dalla pratica della medicina orientale chiamata “Shinrin-yoku”, ovvero “trarre giovamento dell'atmosfera della foresta”, questa terapia oltre a contrastare stress e ansia ha effetto anche sull’organismo, contribuendo all’aumento della funzione immunitaria, la diminuzione della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e della concentrazione di cortisolo, uno degli ormoni responsabili del colesterolo.

Curiosi di sapere qual è il fil rouge che unisce queste storie?

Per scoprirlo dobbiamo fare una tappa intermedia e tornare al 1994, quando a Oaxaca in Messico viene fondato il Forest Stewardship Council, un'Ong internazionale senza scopo di lucro la cui missione è la corretta gestione delle foreste per la protezione e la conservazione della biodiversità degli ecosistemi forestali. A tale scopo viene creato un sistema di certificazione denominato “FSC” che identifica le foreste gestite in modo sostenibile, etico e salubre. Gli standard sono molto rigidi e comprendono la protezione della qualità dell’acqua, vietano il taglio di foreste antiche, prevengono la perdita della naturale copertura forestale e proibiscono l’uso di prodotti chimici altamente tossici. Inoltre, FSC impone ai gestori delle foreste di coinvolgere nei processi decisionali i membri delle comunità locali e di proteggere i diritti delle popolazioni indigene.

Il piccolo logo verde FSC che vedete sui prodotti di oltre 28.000 aziende vi certifica quindi che tutti i passaggi della filiera, dalla foresta al prodotto finito, sono controllati e rispettosi dell’ambiente.

Nel 2002 Coop sceglie di adottare anch’essa la certificazione FSC e nel 2017, quando lancia la linea Casa Coop, tutti i prodotti a base di cellulosa sono certificati.

Siamo alla fine, il puzzle è completo e se ora ripensate al nostro “effetto farfalla”, sarà chiaro che l'idea alla base è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. Non state, quindi, acquistando un semplice prodotto usa e getta che vi aiuterà a tenere più ordinata la cucina, ma state contribuendo anche voi a scrivere questa storia, e quindi a fare una scelta consapevole.

 

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